LA LADISPOLI FUTURA, PER UNA CITTA’ DOVE IL WELFARE E’ AL PRIMO POSTO

Parliamo chiaro, a Ladispoli ci sono migliaia di famiglie che vivono una vita precaria. C’è chi fa finta di non vedere, di non sentire, per nascondere e non agire.
Di fatto la crisi economica in atto, due anni di pandemia, i costi alti di affitti, bollette e benzina e vari elementi di prima necessità, tra cui l’aumento del costo degli alimenti e dei farmaci, non permettono a centinaia e centinaia di famiglie Ladispolane di arrivare alla fine del mese.Leggendo il programma dell’attuale Sindaco, egli si vanta di aver distribuito circa 3500 aiuti ad altrettante famiglie, distribuendo pacchi alimentari e contributi all’affitto e dice anche che ha aumentato il finanziamento per l’assistenza alle persone fragili, ma il Sindaco si dimentica di fare un’analisi più approfondita: quanti soldi sono stati stanziati dallo Stato e dalla Regione e quanti quelli provenienti dalle casse comunali? Perché, se il Comune di suo non ha messo un euro e sia per i canoni d’affitto che per i buoni spesa si è semplicemente limitato a fare un trasferimento di fondi provenienti da altre istituzioni, possiamo dire che non c’è stato alcuno sforzo, mentre avremmo apprezzato almeno un’integrazione, soprattutto sui canoni di locazione poiché sappiamo che tante famiglie hanno già ricevuto la visita dell’Ufficiale giudiziario per lo sfratto.Ma non dimentichiamo che a Ladispoli l’unico corteo che è avvenuto nella storia contro un Sindaco e la sua Giunta è stato quello organizzato dalle famiglie dei portatori di handicap, quando tagliò i fondi per i soggiorni estivi e per parte dell’assistenza domiciliare. Solo dopo il corteo che vide il coinvolgimento di centinaia di cittadini e tutte le associazioni del terzo settore i fondi sono stati trovati.In campo abitativo il Sindaco scrive di aver fatto un accordo con l’Ater (azienda regionale che gestisce le case popolari) per un recupero dell’ex alberghiero ad uso abitativo, con canoni calmierati. E’ un dato di fatto che a monte di 250 domande fatte dalle famiglie Ladispolane per partecipare al bando per le case popolari, non una casa è stata costruita ed assegnata, poiché in 4 anni l’amministrazione comunale non ha fatto nulla.Inoltre rispetto all’ex alberghiero in via Ancona non risulta che, dal momento che ne fu data la notizia nel 2020, siano stati fatti passi avanti nella procedura amministrativa necessaria per ristrutturare l’edificio per ricavarne alloggi da offrire a canone calmierato, anche se più che a canoni “calmierati” sia necessario far riferimento ai canoni delle case popolari, più favorevoli alle famiglie in difficoltà.Quasi nullo il coordinamento con la ASL, nessuna sollecitazione affinchè si apra un servizio per la prevenzione delle tossicodipendenze e delle dipendenze dal gioco d’azzardo, mentre sappiamo che nel nostro territorio c’è un significativo aumento dell’uso di sostanze e di alcool soprattutto tra i giovani.Scarsi gli incontri con le associazioni che operano nel terzo settore se non su sollecitazione delle stesse, e nessun progetto significativo di solidarietà verso immigrati e senza fissa dimora.In Conclusione le critiche all’attuale sindaco sono fin troppo facili, le sue negligenze e o troppe attenzione ai privati e non al pubblico, cosa che dovrebbe essere la ‘mission’ di un sindaco sono evidenti a tutti/e.Serve una nuova proposta sociale e culturale per la città di Ladispoli che necessita di cambiare il verso alle politiche sociali per dare giuste risposte a migliaia di famiglie che versano nella precarietà, e che invece necessitano del rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione, attenzioni sociali e aiuti materiali per superare questo momento che per molti è drammatico.E per finire, durante la pandemia, siamo l’unica Città che ha dato la fascia tricolore ad un suo delegato per partecipare ad una manifestazione no vax.Renato Rizzo, cittadino di Ladispoli, candidato nella lista Con Silvia per Ladispoli

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