Ardita: Dopo 20 anni di battaglie per la mia città, faccio un passo indietro, scelgo la famiglia alla politica

So che qualcuno gioirà per quello che stò per dirvi, ma sono sicuro che saranno molti ma molti di più gli amici che si rammaricheranno, oggi dopo tante battaglie ho deciso di ridurre la mia attività politica, sono stanco di parlare ad istituzioni sorde
e deluso da un progetto in cui avevo fortemente creduto: “il grando cambiamento per la nostra città”.Dedicherò molto più tempo a quell’istituzione in cui fortemente credo, e in cui per storia e tradizione dovrebbe credere anche l’attuale maggioranza, o almeno la residuale minoranza che a loro dire si professa di destra, cioè la famiglia.Attenzione però Giovanni Ardita non si dimette, primo per rispetto degli elettori che mi hanno dato fiducia, secondo per non darla vinta a chi crede che insediandosi in un comune si possa privatizzare la cosa pubblica e quindi fare i propri comodi.Non vi preoccupate il leone della destra manterrà un occhio vigile su sprechi e malefatte che si dovessero perpetrare all’interno del palazzetto comunale, e sarà pronto a denunciare ogni cosa non vada bene e che non si fa nell’interesse della collettività e della città.Il mio è un percorso che viene da lontano, non sono né un improvvisato né un politico a gettone, capace solo di alzare la manina a comando, ho sempre detto la mia prendendomi le mie responsabilità.Qualche giorno fa Marco C. caro amico, scrivendomi mi ha ricordato di quando iniziai il mio percorso politico con il compianto senatore Learco Saporito, un maestro della politica, e con Francesco Aracri un amico che è sempre stato al mio fianco, e ricordandomi anche delle tante battaglie fatte per Ladispoli la mia città.Marco mi ha ricordato quella notte, ero di ritorno da una serata in allegria a Roma il 30 giugno 1999 quando all’altezza del km. 37,000 Aurelia, svincolo sud di Ladispoli vidi una macchina capovolta vicino alla chiesa di Palo, ricordo ancora bene si vedeva solo un uomo che nell’incidente era rimasto incastrato al volante e non riusciva ad uscire dalla macchina, intervennero i vigili del fuoco per provare a salvarlo, non ci riuscirono, ma quello che mi rimase sempre nel cuore è l’aver visto piangere un vigile del fuoco che tirò fuori un bambino che non era più in vita perchè rimasto chiuso nei sedili posteriori. Da quel giorno intraprendemmo una lunga battaglia con la mamma del bambino e con una associazione sulla sicurezza, per trovare una soluzione a quel maledetto ingresso al km.37,000 che negli anni era stato causa di molti incidenti gravi e mortali. Tutte le istituzioni d’allora di ogni colore politico si unirono nell’interesse della collettività, molti furono gli incontri con l’on. Francesco Aracri allora Assessore ai Trasporti e Lavori Pubblici alla regione Lazio e con il Sen. Learco Saporito, senatore eletto nel territorio, un gentlemen della politica che prese a cuore la situazione, e il sindaco Gino Ciogli in prima fila per cercare un dialogo con la Regione anche se il presidente Storace veniva da un altro schieramento, un lungo percorso partito dal cofinanziamento Regione Lazio/ANAS l’opera che costò 5.500.000 lire e che ebbe un percorso travagliato nel completare la conferenza dei servizi, l’on. Francesco Aracri con tutti gli impegni istituzionali che aveva con un assessorato importante come quello ai lavori pubblici e trasporti nella Regione Lazio, era sempre presente nel nostro territorio, dal Semaforo al Cavalcavia, S. Francesco Aracri portò a termine la più grande opera pubblica per la nostra città il Cavalcavia al km.37.000 dell’Aurelia.Questa fu solo la prima ma importantissima battaglia che portai avanti per Ladispoli, da allora non mi sono mai fermato come per il restyling della stazione di Ladispoli e la riapertura dei bagni della stazione chiusi da 9 anni e la realizzazione dei 4 ascensori per i diversamente abili.Da delegato alle società calcistiche ho contribuito al completamento dello stadio Angelo Sale con una copertura attesa da anni da tante famiglie che prendevano tanta pioggia a vedere i propri figlioli a giocare a calcio, che in parte mi sono sentito realizzato.Certo tra le battaglie non potrò dimenticare quella fatta con il capo gruppo Raf

Condividi la notizia

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram
© Centro Mare Radio – Vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti senza l’autorizzazione dell’emittente

Dettagli articolo

Vuoi inviare un articolo?

Hai assistito ad un fatto di cronaca? Sei sul posto di un incidente? Puoi documentare una situazione che può essere utile ad altre persone sul territorio? Compila il form qui in basso e sarai ricontattato dalla redazione.